Corso di Acquaticità con Genitore
Il tuo bambino nel suo primo contatto con l'acquaIn questi corsi è prevista la presenza in acqua con l’istruttore di almeno un genitore.
Cercare di seguire le indicazioni degli istruttori e di controllare attentamente le “espressioni” del proprio viso e le reazioni del bambino nelle varie situazioni, in modo da evitare quelle che in qualche modo possano disturbarlo.
L’acquaticità nei bambini
- 0-6 mesi: a terra non c’è ancora la capacità di mantenere la posizione seduta e c’è una forte simbiosi con il genitore. L’operatore non è la figura centrale, ma media la scoperta delle nuove soluzioni e condizioni senso motorie che l’acqua offre. Si guida la gestione dell’immersione sfruttando l’istinto di chiusura della glottide che impedisce di “bere” acqua. L’istinto è più sviluppato nei primissimi mesi e soprattutto nei bimbi allattati al seno, e via via si perde con la crescita. Va quindi indotto perché diventi naturale sempre.
- 7-14 mesi: a terra si va dalla posizione seduta al gattonamento e alla camminata. Questo desiderio di scoperta e il conseguente principio di distacco dalle braccia del genitore coincide in piscina con i primi “passi” staccati dal genitore, con l’ausilio di galleggianti (braccioli, tubi in vita ecc… Il bambino sperimenta la capacità di governare il suo corpo in acqua, passando dalla posizione prona alla supina e si cominciano le prime entrate in acqua autonome dagli stessi tappeti e con piccoli scivoli.
- 15-23 mesi: in questa fase nella vita di tutti i giorni i movimenti autonomi diventano più ampi e si asseconda questa tendenza anche in acqua. Migliorano le autonomie e le competenze in galleggiamento, l’efficacia degli spostamenti con gli ausilii (tubo galleggiante raccordato in vita, braccioli), alle nuove competenze motorie terrestri (arrampicata, corsa, salto) si aggiungono quelle in acqua, con diverse modalità di immersioni (tuffi).
- 24-36 mesi: le situazioni proposte portano ad un consolidamento dell’autonomia e ad un primo scambio d’azione con il gruppo e ad una prima forma di separazione dalla figura genitoriale. Migliorano le autonomie acquatiche con la sperimentazione di nuovi ausilii e posizioni di galleggiamento e le prime sperimentazioni di immersioni autonome a corpo libero, senza ausilii galleggianti. Si affrontano nuove competenze di orientamento nello spazio con percorsi acquatici.
Come scegliere il corso giusto
I bambini possono entrare teoricamente in acqua già pochi giorni dopo la nascita, ma di solito chi decide di avviare i neonati a questa pratica lo fa al compimento del terzo mese di vita
L’attività in piscina con i neonati è definita idrochinesiologia, cioè movimento in acqua , noi preferiamo non introdurre il concetto di nuoto fino all’età scolare e dopo i tre anni passiamo dall’idrochinesiologia ai corsi di nuoto per acquaticità”.
Perché iscrivere il proprio bambino ad un corso
I corsi neonatali sono un’esperienza bellissima sia per il genitore sia per il bambino. L’ambiente acquatico infatti richiama nel neonato l’utero materno, il cui ricordo nei primi mesi di vita è certo molto vivo. Si tratta per lui di una regressione tranquillizzante, che nel contempo lo mette in grande intimità con il genitore che lo accompagna in acqua, cullandolo fra le braccia.